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  • Mercoledì 9 luglio 2025

Il più grande attacco aereo russo contro l’Ucraina dall’inizio della guerra

Frequenti attacchi così intensi sembra stiano stancando anche Trump, sempre più insofferente verso Putin

Un vigile del fuoco spegne un incendio causato da un attacco russo nella regione di Kiev (Ukrainian Emergency Service via AP)
Un vigile del fuoco spegne un incendio causato da un attacco russo nella regione di Kiev (Ukrainian Emergency Service via AP)
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Nella notte tra martedì e mercoledì la Russia ha compiuto un esteso attacco aereo contro l’Ucraina, il più grande dall’inizio della guerra. Ha impiegato oltre 700 droni e lanciato 13 missili su varie città. L’Ucraina ha fatto sapere che tutti i droni sono stati intercettati e distrutti prima di raggiungere i loro obiettivi, ma sette missili hanno superato le difese aeree e causato danni e incendi.

Da settimane la Russia sta intensificando gli attacchi contro l’Ucraina, e di recente aveva promesso ritorsioni per l’inaspettato attacco con droni compiuto dall’Ucraina in Russia a inizio giugno.

Gli attacchi di questa notte sono stati diretti verso la capitale Kiev, verso aree vicine al fronte (come quelle di Dnipro, Sumy e Zaporizhzhia), ma anche verso centri più lontani. In particolare è stata attaccata con molti droni e missili Lutsk, che è nella parte più occidentale dell’Ucraina, non lontana dal confine con la Polonia.

Il persistere di attacchi così violenti, nonché la scarsa disponibilità mostrata da Vladimir Putin a partecipare alle trattative di pace, potrebbero aver cambiato l’approccio alla guerra del presidente statunitense Donald Trump. Fino ad oggi Trump aveva avuto un atteggiamento piuttosto ondivago, mostrandosi però più spesso vicino alle posizioni di Vladimir Putin che a quelle di Volodymyr Zelensky. Invece negli ultimi giorni ha preso decisioni e fatto dichiarazioni che vanno nella direzione opposta (va tutto preso con le molle, visto che Trump ha già dimostrato di poter cambiare idea anche molto radicalmente da un giorno all’altro).

Donald Trump con il segretario alla Difesa Pete Hegseth (AP Photo/Evan Vucci)

Martedì ha comunicato che gli Stati Uniti riprenderanno a fornire armi all’Ucraina dopo l’interruzione decisa una settimana fa. Poi ha detto che Putin risponde alle richieste statunitensi dicendo un «sacco di stronzate» e di stare «seriamente considerando» l’imposizione di nuove sanzioni alla Russia. Le sanzioni ipotizzate, che dovrebbero essere approvate dal Congresso, sarebbero dazi verso i paesi che acquistano gas e petrolio dalla Russia e sanzioni dirette alle aziende che sostengono l’industria energetica russa.

In passato Trump aveva sostenuto in colloqui privati con gli alleati europei di non credere nell’efficacia delle sanzioni contro la Russia, ma recentemente ha mostrato segni di sempre maggiore insofferenza verso il regime di Putin, dicendo fra le altre cose che il presidente russo era «completamente impazzito».