La Russia ha un sacco di droni, e li sta usando tutti
Sono prodotti internamente anche grazie a un accordo con l’Iran, e da settimane le città ucraine subiscono attacchi pesantissimi

Nelle ultime settimane gli attacchi della Russia sulle città ucraine sono stati più frequenti e massicci del solito. Quasi ogni notte ha lanciato centinaia di droni su varie città ucraine, a cui si aggiunge un numero più limitato di missili balistici. La nuova strategia russa sembra quella di concentrare gli attacchi su poche città, nel tentativo di saturare le difese aeree ucraine con un numero molto alto di droni.
Questi attacchi stanno facendo danni e creando panico tra la popolazione civile, già stremata da oltre tre anni di guerra. La Russia può attaccare così massicciamente perché da oltre un anno ha cominciato a produrre autonomamente i propri droni, aumentandone anche l’efficacia. L’Ucraina usa tutte le difese a disposizione, ma la concentrazione degli attacchi rende spesso impossibile intercettarli tutti.
Nella notte tra l’8 e il 9 luglio la Russia ha lanciato complessivamente 728 droni e 13 missili su varie città ucraine: è stato il numero più alto in tre anni, ma in realtà cifre simili sono sempre più frequenti. Dall’inizio del 2023 a oggi la Russia ha lanciato circa 34.500 droni verso l’Ucraina: di questi oltre 20mila nel 2025, 5.429 a giugno, più di 2mila nei primi dieci giorni di luglio. I numeri sono stati calcolati con ricerche indipendenti dall’organizzazione britannica Centre for Information Resilience, e mostrano un chiaro aumento degli attacchi.
Il governo russo considera questa offensiva una risposta all’operazione di inizio giugno con cui l’Ucraina distrusse un buon numero di bombardieri russi nelle basi all’interno del territorio russo. In realtà gli attacchi sull’Ucraina erano diventati più intensi già da prima, anche perché da tempo la Russia ha aumentato il numero di droni di cui dispone.
L’attuale abbondanza è frutto di un accordo firmato con l’Iran a novembre del 2022. Per una cifra stimata in 1,75 miliardi di dollari, la Russia acquistò 6mila droni Shaded e soprattutto la tecnologia e la licenza per produrli autonomamente.

L’incendio dopo un attacco a Kiev, il 9 luglio 2025 (Ukrainian Emergency Service via AP)
Da allora ha costruito un centro di produzione a Alabuga, in Tatarstan, circa mille chilometri a est di Mosca: qui vengono assemblati componenti cinesi utilizzando i brevetti iraniani e manodopera a basso costo costituita anche da persone immigrate da paesi africani. L’Ucraina ha colpito più volte gli stabilimenti, senza riuscire a intaccarne le capacità produttive: secondo fonti ucraine al momento la Russia sarebbe in grado di produrre oltre 5mila droni al mese.
I droni iraniani sono stati poi modificati e migliorati: ora sono in grado di percorrere 2.500 chilometri e di volare più silenziosamente e ad altezze superiori (oltre 1.500 metri), rendendoli più difficili da intercettare per le difese di terra. È stata aumentata anche la capacità di trasporto: possono essere armati con bombe da 90 chili, 40 in più che in precedenza. Non ci sono informazioni chiare su quanto costi la produzione, ma secondo diverse stime si aggira tra i 35mila e i 60mila dollari per ogni drone.
Questa grande disponibilità permette alla Russia di lanciare attacchi coordinati e contemporanei di decine o centinaia di droni: solo una parte è effettivamente armata, circa la metà sono esche lanciate per confondere e saturare le difese ucraine. Insieme ai droni vengono lanciati missili balistici, in numero molto minore. Per intercettarli servono tecnologie diverse, come i sistemi di difesa antiaerea Patriot.
L’Ucraina risponde agli attacchi dei droni con vari mezzi: cerca di deviarli con il “jamming” elettronico, interferenze sui segnali GPS che fermano o dirottano i droni; li abbatte con difese mobili da terra; li intercetta e distrugge con jet, elicotteri e altri droni. Anche i droni intercettati però possono fare danni: possono esplodere in aria, spargendo detriti in varie direzioni, o in alcuni casi precipitano ed esplodono nell’impatto con il terreno.

Residenti di Kiev cercano rifugio nella metropolitana, il 10 luglio 2025 (AP Photo/Evgeniy Maloletka)
Più aumenta il numero di droni lanciati, più è complesso intercettarli tutti. Nelle ultime settimane sono quindi stati maggiori i danni nelle città ucraine: le più colpite sono state Kiev, Lutsk e quelle vicine al fronte, dove i tempi per attivare le difese sono minori. Secondo le Nazioni Unite il mese di giugno è stato quello con più morti e feriti fra i civili ucraini negli ultimi tre anni: 232 persone sono state uccise, più di 1.300 ferite.