Anche Beppe Sala è indagato nelle inchieste sull’urbanistica a Milano
Il sindaco dice di averlo scoperto dai giornali e che le accuse non stanno in piedi

Il sindaco di Milano Beppe Sala è fra gli indagati in un’inchiesta della procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica in città. Lo scrive il Corriere della Sera, e lo stesso Sala ha detto di averlo appreso dal giornale e di trovarlo «allucinante» e «inaccettabile». Anche in questo caso, come per la prima inchiesta che aveva bloccato l’urbanistica per oltre un anno, i magistrati sostengono che negli ultimi anni molti funzionari comunali, costruttori e progettisti abbiano messo in piedi un sistema di speculazione edilizia basato sui favori e sulla corruzione per accelerare la costruzione di nuovi palazzi in città.
Oltre a diversi costruttori e immobiliaristi, nell’inchiesta sono coinvolti alcuni funzionari pubblici di cui i magistrati hanno chiesto gli arresti domiciliari: tra loro ci sono l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e l’ex presidente della commissione paesaggio Giuseppe Marinoni. La commissione paesaggio è un organo consultivo dell’amministrazione che valuta tecnicamente i progetti proposti ed esprime un parere.
Il Corriere ha scritto che il sindaco Sala sarebbe indagato per “false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone” e concorso in “induzione indebita a dare o promettere utilità”. Le informazioni sono poche e confuse, e non è semplice individuare presunti passaggi illeciti; lo stesso Corriere sottolinea come i magistrati adottino «una tecnica redazionale che spesso ricorre a giudizi» teorizzando l’esistenza di un sistema di corruzione allo scopo di sostenere una «incontrollata espansione edilizia che ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo».
La falsa dichiarazione sarebbe riferita alla firma sul documento che attestava l’assenza di conflitti di interesse di Marinoni con costruttori e progettisti, essenziale per ricoprire il ruolo di presidente della commissione paesaggio. Secondo i magistrati, nel dicembre dello scorso anno Sala aveva confermato Marinoni a capo della commissione pur sapendo dell’indagine nei confronti del presidente già avviata dalla procura. I magistrati sono convinti che il sindaco sia stato spinto a confermare Marinoni dal suo assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi.
Sala ha detto al Corriere che «la composizione della commissione viene gestita da un’apposita struttura del comune», che i rapporti tra commissione e sindaco sono inesistenti e che di Marinoni non ha nemmeno il numero di telefono.
La seconda accusa nei confronti di Sala, l’“induzione indebita a dare o promettere utilità”, riguarda l’autorizzazione al progetto del cosiddetto Pirellino, un vecchio palazzo comunale in via Melchiorre Gioia, comprato dal gruppo immobiliare Coima che a Milano ha costruito moltissimi progetti tra cui una gran parte delle nuove costruzioni del quartiere di Porta Nuova, e che sta lavorando alla costruzione del villaggio olimpico per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. La riqualificazione del Pirellino è stata progettata dal noto architetto Stefano Boeri, tra gli indagati.
Anche in questo caso le accuse non sono molto chiare. Secondo la procura, Boeri avrebbe fatto pressioni su Tancredi e su Sala per ottenere un parere favorevole dalla commissione paesaggio. Nel marzo del 2023 la commissione aveva giudicato la riqualificazione inammissibile per l’impatto sulla zona circostante (il palazzo doveva essere molto grande e molto alto), ma pochi mesi dopo – a giugno – il giudizio era cambiato: il rifiuto era diventato un parere favorevole “condizionato” sulla base di alcune indicazioni della commissione.
I magistrati sostengono che il cambio di orientamento sia stato favorito dalle pressioni di Boeri e dell’immobiliarista Manfredi Catella, presidente di Coima. Tancredi, sollecitato da Boeri e Catella, avrebbe insistito con Marinoni per favorire il via libera condizionato, riferendogli il presunto assenso all’operazione da parte del sindaco Sala.
Lo stesso Sala fa notare al Corriere che «sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti. Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare». È vero che Coima e il comune di Milano hanno un contenzioso giudiziario in corso legato al Pirellino, con Coima che ha chiesto al Consiglio di Stato di nominare un commissario proprio per sbloccare il cantiere.
Questa nuova inchiesta è la continuazione della cosiddetta “questione urbanistica”, di cui a Milano si parla ormai da oltre un anno e che a marzo aveva portato a un primo arresto nel caso della costruzione di grossi palazzi trattati come ristrutturazioni di edifici molto più piccoli. Allora era stato arrestato l’ex dirigente del comune Giovanni Oggioni, accusato di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso.