La Germania ha rimpatriato 81 persone in Afghanistan, per la seconda volta da quando i talebani sono tornati al potere

L'aereo con cui sono state mandate in Afghanistan le 81 persone, prima del decollo dall'aeroporto di Lipsia (Jan Woitas/dpa)
L'aereo con cui sono state mandate in Afghanistan le 81 persone, prima del decollo dall'aeroporto di Lipsia (Jan Woitas/dpa)

Venerdì la Germania ha espulso 81 persone afghane che si trovavano nel paese e le ha mandate in Afghanistan. Sono tutti uomini che hanno ricevuto condanne penali e un ordine di espulsione. Non sono state date molte altre informazioni sulla loro identità. È la seconda volta che la Germania espelle persone verso l’Afghanistan dal 2021, quando nel paese sono tornati al potere i talebani, un gruppo islamista radicale accusato di moltissime violazioni dei diritti umani: per questo solitamente i paesi europei non considerano l’Afghanistan un paese sicuro per le espulsioni. Le Nazioni Unite attraverso l’Alto commissario per i diritti umani Volker Turk hanno chiesto alla Germania di sospendere i rimpatri forzati di tutti i rifugiati e richiedenti asilo afghani, «in particolare quelli a rischio di persecuzione, detenzione arbitraria o tortura al momento del rimpatrio».

Il rimpatrio verso l’Afghanistan rientra in una serie di politiche più ampie introdotte dal nuovo governo tedesco di Friedrich Merz per limitare l’immigrazione, cosa su cui aveva puntato molto durante la campagna elettorale. Tra le altre cose ha sospeso i ricongiungimenti familiari per i rifugiati e ha permesso il respingimento di alcuni richiedenti asilo sul confine, una pratica giudicata illegittima da un tribunale di Berlino. Il governo si è insediato a maggio ed è sostenuto dalla CDU, il principale partito di centrodestra (quello di Merz), e dai Socialdemocratici.

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