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  • Sabato 19 luglio 2025

Cosa si sa dei rapporti tra Donald Trump e Jeffrey Epstein

Frequentarono per anni gli stessi giri, come altre persone famose e influenti, molto prima dell’arresto e della morte del finanziere

Una foto di Epstein e Trump risalente al 1997, affissa abusivamente in una pensilina degli autobus a Londra, il 17 luglio (Leon Neal/Getty Images)
Una foto di Epstein e Trump risalente al 1997, affissa abusivamente in una pensilina degli autobus a Londra, il 17 luglio (Leon Neal/Getty Images)
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Si sta parlando di nuovo dei rapporti tra il presidente statunitense Donald Trump e il finanziere multimiliardario Jeffrey Epstein, arrestato nel 2019 con l’accusa di aver sfruttato sessualmente decine di minorenni e morto suicida in carcere alcune settimane dopo. Intorno al caso si sono sviluppate molte teorie del complotto, in particolare sull’esistenza di una presunta “lista di clienti” di Epstein che dovrebbe includere i nomi di molte persone ricche, potenti e famose.

L’esistenza di questa lista è stata più volte smentita, ma durante la campagna elettorale Trump aveva promesso di rendere pubblici tutti i documenti giudiziari sul caso: ora i suoi sostenitori più estremisti gli chiedono di farlo davvero, cosa che lo sta mettendo in grossa difficoltà.

Non sappiamo se Trump sia menzionato nei documenti, e anche se lo fosse questo non implicherebbe necessariamente un suo coinvolgimento in attività criminali: nelle carte giudiziarie finiscono anche i nomi di testimoni o persone citate incidentalmente durante udienze o interrogatori, ed estranee ai reati contestati.

È vero però che Trump ed Epstein si conoscevano almeno dalla fine degli anni Ottanta, stando a quanto detto da Trump in un’intervista del 2002 in cui definiva Epstein un «tipo eccezionale» a cui «si dice piacciano le belle donne tanto quanto a me, e molte sono più giovani di lui». Nel 2019 però Trump disse che lui ed Epstein, dopo un litigio, non si parlavano più da 15 anni: questa dichiarata presa di distanza gli permise di tirarsi fuori dai complotti, che come detto sono stati alimentati proprio da una parte del movimento MAGA (acronimo di Make America Great Again, il famoso slogan di Trump oggi usato per riferirsi ai suoi sostenitori più fedeli). Negli anni Trump non ha mai fatto granché per sopire queste teorie, e anzi lui stesso ne ha sostenute alcune. Ora sta cercando goffamente di fare marcia indietro.

– Leggi anche: La teoria complottista che si sta ritorcendo contro Trump

Prima di prendere le distanze Trump aveva frequentato Epstein per anni, come del resto moltissime altre persone influenti nel mondo degli affari, della politica, di spettacolo e finanza, che si ritrovavano insieme alle feste in Florida e a New York. Nei primi anni Novanta, come noto imprenditore immobiliare Trump era stato ospite del jet privato di Epstein, come l’ex presidente Democratico Bill Clinton, tra gli altri. Nel 2019 era molto circolato un video del 1992 che mostrava Trump ed Epstein chiacchierare a una festa organizzata nella tenuta di Trump a Mar-a-Lago, in Florida, insieme a un gruppo di giovani ragazze. Compaiono insieme anche in diverse foto più recenti, risalenti ai primi anni Duemila.

Jeffrey Epstein e Donald Trump a Mar-a-Lago, nel 1997 (Davidoff Studios/Getty Images)

Nel 2004 i due si erano contesi l’acquisto di una villa a Palm Beach, infine acquistata da Trump, e non è chiaro se da allora fossero rimasti in contatto. Epstein fu arrestato una prima volta in Florida nel 2005 e condannato a 13 mesi, dopo essersi dichiarato colpevole alla fine di un’indagine partita dalle testimonianze di molestie presentate da 36 ragazze. Fu arrestato una seconda volta a New York nel 2019, e un mese dopo si uccise in carcere in circostanze mai del tutto chiarite.

– Leggi anche: Il biglietto di auguri volgare che Donald Trump inviò a Jeffrey Epstein

Venerdì il Wall Street Journal ha aggiunto un altro pezzo alla ricostruzione dei rapporti tra Trump ed Epstein. Ha descritto in un articolo un biglietto di auguri piuttosto volgare scritto da Trump a Epstein per il suo 50esimo compleanno, nel 2003. Trump ha detto di non averlo mai disegnato e ha denunciato per diffamazione il giornale, due suoi giornalisti, le società che lo posseggono (Dow Jones e News Corp) e il loro proprietario, Rupert Murdoch: chiede un risarcimento di almeno 10 miliardi di dollari.

La posizione di Trump riguardo al caso Epstein ha iniziato a cambiare a inizio giugno: durante una plateale litigata Elon Musk, miliardario ed ex membro della sua amministrazione, aveva sostenuto che il nome di Trump comparisse nei cosiddetti “Epstein files”, cioè i documenti riservati dei processi. Questa, disse Musk, sarebbe la ragione per cui molti documenti non erano stati mai resi pubblici, nonostante le promesse di Trump in campagna elettorale.

Nel tentativo di respingere le critiche Trump ha detto venerdì di aver autorizzato la pubblicazione di alcuni documenti. La richiesta dovrà però essere approvata dai giudici, e non è detto che succederà, perché questo tipo di documenti di solito resta riservato per proteggere l’identità delle vittime ma anche di persone citate che vengono menzionate nelle carte ma non sono indagate.