L’incerto futuro di “South Park”
L'uscita della nuova stagione della nota serie animata potrebbe essere posticipata, di nuovo: c'entra un accordo da 3 miliardi di dollari

L’inizio della 27esima stagione di South Park, previsto per il prossimo 23 luglio, potrebbe slittare a causa di una complessa disputa legale che coinvolge Trey Parker e Matt Stone, gli ideatori della popolare serie animata statunitense, e le multinazionali dell’intrattenimento Skydance e Paramount, che un anno fa avevano trovato un accordo per fondersi in un’unica società.
Sarebbe la seconda volta che l’uscita della nuova stagione viene posticipata. Inizialmente era prevista per il 2 luglio, ma poi era stata rimandata di tre settimane a causa dei ritardi legati alla definizione dell’accordo tra Paramount e Skydance. In quell’occasione, Parker e Stone avevano manifestato il loro disappunto con un post su Instagram: «Questa fusione è una pagliacciata e sta mandando a puttane South Park» avevano scritto, riprendendo lo stile esplicito e provocatorio che ha sempre contraddistinto la serie.
I problemi riguardano un accordo decennale da tre miliardi di dollari che Parker e Stone avrebbero negoziato con Paramount, che possiede i diritti di trasmissione e distribuzione di South Park dal 1997, e la cui conclusione sarebbe stata ostacolata da Skydance. Se approvato, questo nuovo accordo triplicherebbe il valore dell’attuale contratto firmato con Paramount, che scade nel 2027 e vale 900 milioni di dollari.
Secondo fonti informate sulla questione sentite dall’Hollywood Reporter, una delle testate di cinema più autorevoli al mondo, Skydance riterrebbe l’accordo troppo oneroso e vorrebbe modificarne le condizioni, portandolo da dieci a cinque anni.
Skydance sostiene di poter avere l’ultima parola perché, in attesa dell’approvazione ufficiale della fusione con Paramount, avrebbe il diritto di approvare o bloccare contratti rilevanti che potrebbero influenzare la gestione futura della nuova società. I legali di Park County – la società di Parker e Stone – contestano invece questa interpretazione, sostenendo che Skydance non possa impartire direttive fino a quando la fusione non sarà ufficialmente conclusa. Fino al prossimo 21 agosto, Paramount ha il diritto di ricevere e accettare offerte più vantaggiose.
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Sempre secondo l’Hollywood Reporter, Parker e Stone starebbero valutando l’ipotesi di citare in giudizio Skydance, accusandola di voler interferire nelle trattative contrattuali. Per farlo si sarebbero affidati a Bryan Freedman, un avvocato molto noto a Hollywood per aver seguito varie cause legate al mondo dello spettacolo.
Un ulteriore elemento che complica le trattative è un prestito da 800 milioni di dollari che Park County ottenne nel 2023 dal fondo Carlyle Group, con un interesse annuo di 80 milioni di dollari. Questo impegno finanziario porterebbe Parker e Stone a preferire il mantenimento dell’accordo decennale inizialmente discusso con Paramount, così da assicurarsi entrate regolari nel lungo periodo.
Dopo l’intesa con Skydance, Paramount avrebbe però cambiato orientamento: sarebbe disposta a garantire oltre 150 milioni di dollari all’anno, ma solo per un contratto di durata inferiore a 10 anni, in linea con l’impostazione più cauta di Skydance.
South Park è controllato da una joint venture fondata nel 2007 chiamata South Park Digital Studios, le cui quote sono suddivise equamente tra Paramount e Park County. La joint venture gestisce la produzione della serie e ne controlla i diritti di distribuzione, motivo per cui entrambe le parti devono approvare eventuali nuovi contratti. Già a giugno, mentre le due società cercavano un nuovo accordo di licenza per la distribuzione della serie (dopo la scadenza del contratto quinquennale con Max, la piattaforma di Warner Bros. Discovery), Park County aveva accusato Jeff Shell, dirigente del fondo RedBird Capital (partner finanziario di Skydance), di essersi intromesso illegalmente in alcune trattative.
Shell avrebbe contattato direttamente Netflix e Warner Bros. Discovery per scoraggiarle dal presentare offerte alte. L’obiettivo, secondo Park County, sarebbe stato quello di abbassare intenzionalmente la valutazione commerciale del marchio prima che la fusione tra Skydance e Paramount fosse finalizzata.

Trey Parker (a sinistra) e Matt Stone nel loro studio di Los Angeles, California, 19 agosto 1997 (Bob Riha, Jr./Getty Images)
La prima stagione di South Park uscì nel 1997, anche se Parker e Stone avevano presentato i personaggi principali della serie già nei cinque anni precedenti, con i corti sperimentali Jesus vs. Frosty (1992) e Jesus vs. Santa (1995).
South Park si inserisce nella tradizione dell’animazione underground statunitense degli anni Ottanta e Novanta. Per crearla Parker e Stone si lasciarono ispirare dalla satira sociale dei Simpson di Matt Groening, una serie che ebbe un’influenza enorme sugli animatori che in quegli anni stavano cercando di portare in televisione cartoni destinati a un pubblico adulto, ma anche dal linguaggio caustico della stand-up comedy americana e dall’umorismo surreale dei Monty Python.
Per distinguersi dalla concorrenza, decisero di esagerare introducendo un linguaggio ostentatamente volgare e incentrando le puntate su temi spesso evitati dalla televisione del tempo, come razzismo, morte, abuso di potere e sessualità. Fin dalla prima stagione presero di mira figure politiche, celebrità e istituzioni senza risparmiare nessuno, con un’ironia diretta e spesso brutale.
Uno dei bersagli ricorrenti e ossessivi di South Park è per esempio la cantante americana Barbra Streisand. Fu attaccata fin dalla prima stagione, nell’episodio Mecha-Streisand, dove veniva trasformata in un gigantesco mostro robotico distruttivo, parodia dei film giapponesi di Godzilla. Parker e Stone hanno detto più volte che non la sopportano, e la sua figura è tornata in altri episodi, sempre in modo caricaturale e ridicolo, diventando uno dei simboli dell’animosità personale degli autori verso certe celebrità percepite come vanitose, moraliste o troppo influenti.
Con il tempo, alcune dinamiche della serie sono diventate molto riconoscibili: la morte e puntuale resurrezione di Kenny, l’incontenibile volgarità di Cartman, le imprecazioni censurate (ma chiaramente udibili) di Mr. Garrison, l’atteggiamento passivo-aggressivo degli adulti, il fanatismo religioso, le parodie di film, serie e videogiochi, e in generale la satira sul patriottismo americano e sulle mode del momento.
Parker e Stone sono diventati un punto di riferimento nell’animazione televisiva americana anche per le innovazioni che hanno introdotto nel campo della sceneggiatura. A partire dagli anni Duemila hanno adottato una strategia di produzione tutta loro, chiamata 6 Days to Air e raccontata in un documentario, che in sostanza consiste nello scrivere e animare ogni puntata nel giro di una settimana per farsi ispirare dall’attualità e dai casi di cronaca più recenti.
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